Frane: oltre un miliardo di euro l'anno per riparare i danni in Italia

Geologi riuniti a Roma lanciano 5 proposte per la prevenzione

D'ora in poi ci saranno solo "disastri annunciati": i 15.000 geologi italiani denunciano compatti che in Italia il territorio "é un malato grave" che richiede interventi di prevenzione programmati e costanti. Si sono riuniti oggi a Roma, nel Forum sul dissesto idrogeologico per chiedere di "abbandonare la politica del cerotto, basata sugli interventi post-disastro". L'incontro, organizzato dagli Ordini regionali e dal Consiglio nazionale dei geologi, è stata l'occasione per fare i conti: si calcola che per le emergenze l'Italia spende oltre un miliardo l'anno da almeno 20 anni e che nello stesso periodo le vittime di questi eventi sono state oltre 100.000, con danni superiori ai 25 miliardi. In generale riparare i danni costa in media 10 volte in più che prevenirli. Per questo "con piccoli interventi di manutenzione ordinaria si riesce ad evitare danni ricorrenti", ha detto il presidente dell'Ordine dei Geologi del Lazio, Eugenio Di Loreto. "Un'inversione di rotta che conduca a modificare i comportamenti di ciascuno" è quanto ha auspicato il presidente dei Geologi della Sicilia, Gian Vito Graziano.



In generale, ha detto il presidente dei Geologi delle Marche, Enrico Gennari, in tutte le regioni il tasso di urbanizzazione é stato del 300% e questo significa che "la soglia di vulnerabilità è aumentata di tre volte". A questo punto, ha aggiunto, "nessuno può dire in buona fede che non sapeva". Sarebbero evitabili, secondo gli esperti, frane dalle conseguenze drammatiche come quelle di Sarno, Soverato, Giampilieri, Scaletta Zanclea o Maierato. "Esiste ancora una differenza troppo marcata tra la geologia buona, quella dei professionisti e degli studiosi che si pongono i problemi e tentano di risolverli, anche con qualche divieto, e quella mediocre, fatta di compromessi e mezze verità che non fanno il bene del territorio", ha detto il presidente dei Geologi el Molise, Pierfederico De Pari. Almeno 5 le proposte lanciate oggi a conclusione del Forum: - destinare alla prevenzione il 10%-20% della cifra stanziata per le emergenze; - stringere un "patto di stabilità territoriale", che preveda una quota fissa del bilancio (circa il 20%) delle strutture amministrative destinata alla prevenzione; - modificare la composizione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, includendo una quota di geologi pari al 25% dei suoi membri; attualmente, hanno rilevato i geologi, dei 102 tecnici che ne fanno parte soltanto uno è un geologo; - istituire il "fascicolo del fabbricato", un documento che racconti la storia di un edificio. "Forse avremmo saputo qualcosa di più sulla Casa dello studente a l'Aquila", ha detto il presidente dei geologi della Liguria, Giuliano Antonielli; - promuovere la figura del "geologo di distretto", come l'ha chiamato il presidente dei Geologi del Veneto, Paolo Spagna.
I 5 GRANDI DISASTRI DEGLI ULTIMI 16 ANNI


Sono cinque i principali disastri dovuti al dissesto idrogeologico che si sono verificati negli ultimi 16 anni in Italia, Paese a forte rischio di frane e alluvioni, secondo solo a quello dei terremoti. I dati sono stati presentati oggi a Roma, nel Forum nazionale sul dissesto idrogeologico organizzato dagli Ordini regionali e dal Consiglio nazionale dei geologi. - 1994, novembre: un'alluvione colpisce l'Italia nord-occidentale e in soli 5 giorni produce danni stimati fra 8 e 13 miliardi di euro; sono oltre 10.300 i senzatetto nelle regioni colpite dalle alluvioni. I danni maggiori si registrano in Valle d'Aosta (Aosta), Piemonte (Torino, Asti, Cuneo, Alessandria e Vercelli), Lombardia (Pavia e Varese) e Toscana (Massa Carrara e Lucca). Complessivamente sono colpiti 461 comuni, le vittime sono 68. - 1998, 5 e 6 maggio: nel Salernitano colate rapide di detriti e fango sommergono i comuni di Sarno e Quindici, provocando 160 vittime e danni per 550 milioni di euro. Sono oltre 43 le frane censite dai geologi impegnati nell'area del disastro, quasi la metà delle quali si sono verificate solo nel territorio di Sarno. Tutti gli smottamenti, inoltre, hanno seguito le linee di impluvio naturale dei monti trasportando il materiale a valle con grande forza cinetica, cioé molto più velocemente di una normale frana, cosa che ha prodotto danni enormi alle strutture edilizie. - 2000, ottobre-novembre: oltre 40.000 persone in Piemonte e Valle d'Aosta vengono evacuate a causa dell'alluvione del Po; i danni complessivi sono stimati in oltre 5,6 miliardi di euro. - 2002, novembre: frane in Lombardia provocano danni a opere pubbliche, infrastrutture e opera di difesa del suolo per 640 milioni di euro. Ingenti anche i danni alle strutture private, valutati in 115 milioni di euro. Le frane, oltre ai danni materiali, portano all'evacuazione di intere frazioni o aree di paesi con pesanti ricadute, di ordine anche psicologico, sulle persone coinvolte. - 2006, agosto: dalla parete nord del corno del Gran Sasso si stacca un costone di roccia provocando un movimento di 30.000 metri cubi di pietre e rocce, per un fronte di 80 metri di larghezza. La nuvola di polvere scesa sull'autostrada A24 Roma-L'Aquila-Teramo riduce la visibilità a zero. Fortunatamente, però, l'evento non provoca danni.


IN 5 REGIONI 100% COMUNI AD ALTO RISCHIO


Valle d'Aosta, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata sono le regioni nelle quali il 100% dei Comuni è a rischio di frane o inondazioni. Fanno parte degli oltre 6.600 comuni italiani ad alta criticità idrogeologica, pari all'81,9% dei comuni italiani. I dati, presentati oggi a Roma nel Forum "Le frane in casa", si basano sui Piani regionali per l'assetto idrogeologico (Pai) e sulle mappe elaborate dal Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio). Da queste ultime risulta inoltre che nel 2009 ben 3.458 scuole e 89 ospedali erano costruiti in zone ad alto rischio di alluvioni e frane. In entrambi i casi, rilevano i geologi, Napoli risulta essere la provincia con il maggior numero di edifici pubblici costruiti in aree a rischio. Complessivamente oggi in Italia sono censite 485.000 frane, che colpiscono un'area di circa 21.000 chilometri quadrati, pari al 6,9% del territorio nazionale. Eventi di questo tipo non sono certamente una sorpresa e prevenirli, rilevano i geologi, è sicuramente possibile. Basti considerare che delle circa 9.000 località italiane colpite da frane, oltre il 25% è stato colpito più di una volta e in oltre il 40% le alluvioni avvengono in modo ricorrente. In un Paese dove "il terreno è in costante movimento", come dicono i geologi, nell'ultimo secolo ogni regione è stata colpita più volte. Si calcola inoltre che fra il 1900 e il 2002 si sono verificate 4.016 tra frane e inondazioni, 1.600 delle quali hanno provocato vittime (5.202 per frane e 2.640 per alluvioni) con una frequenza di circa 8 eventi fatali l'anno. Le persone rimaste senzatetto sono state oltre 700.000, il 75% delle quali a causa di inondazioni.


 

Condividi questo articolo

Commenti (0)

Aggiungi un commento

Accedi dalla colonna di destra per aggiungere un commento.