“Ambiente, territorio ed emergenza”: Orlando alla Conferenza dei Prefetti“Ambiente, territorio ed emergenza”: Orlando alla Conferenza dei Prefetti

“Stiamo per predisporre un fondo rotativo destinato ai Comuni che vogliono intervenire contro l’abusivismo, specialmente nelle aree a rischio per il dissesto idrogeologico”. Così il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha iniziato il suo intervento alla Conferenza dei Prefetti 2013, nel corso della tavola rotonda “Ambiente, territorio ed emergenza. La leale collaborazione”, che si è tenuta oggi pomeriggio a Roma, alla Scuola superiore della Pubblica amministrazione.
“Almeno dove il rischio idrogeologico è presente – ha osservato il ministro – bisognerebbe sanzionare l’abusivismo. Per contrastare il consumo di suolo stiamo portando avanti una legge con il ministro delle Politiche agricole. L’emergenza, purtroppo, è un modo attraverso cui si accumula debito futuro. Io invece vorrei guardare al futuro con autorevolezza e orgoglio finché non ci vergogneremo a pronunciare la parola Stato che per troppo tempo è stata cancellata dal nostro vocabolario”.

Ma le emergenze, purtroppo, ha continuato il ministro, proseguono “in almeno quattro regioni, dove continuiamo a rischiare il disastro ecologico. Tutto quello che non si è riuscito a fare in termini di programmazione è stato sopperito dalla società e dallo Stato”. Con limiti stringenti, però, come il Patto di stabilità (“Molto dipende da quello che riusciamo ad allentare sul Patto”) e alcuni vincoli europei che “sono esterni alla nostra economia”. In attesa delle riforme, ha spiegato il ministro, si può puntare sulla semplificazione e su una collaborazione leale.
Nel corso del suo intervento Orlando si è anche soffermato sul Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, sul quale ci sarà un nuovo accordo entro il 25 giugno, con la concertazione con il ministro Flavio Zanonato e con le imprese. Inoltre, “tra le scelte che siamo chiamati ad affrontare – ha annunciato il ministro - c’è quella di ridefinire le tariffe dei rifiuti e di rendere più agevoli gli interventi di bonifica che, poiché hanno costi elevati, diventano spesso un alibi per non far nulla”.

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